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Tutti pazzi per Fortnite… ci sono pericoli?

Fortnite è un gioco di sopravvivenza sviluppato dalle due case videoludiche Epic Games e Peaple Can Fly. Il gioco esce il 25 Luglio 2017 come titolo di accesso anticipato a pagamento, con l’unica modalità disponibile, “Salva il Mondo”. Nel settembre 2017, viene aggiunta una nuova modalità free-to-play, la “Fortnite Battle Royale”.

Quest’ultima è la modalità che sta facendo impazzire milioni di persone da tutto il mondo (in modo particolare bambini e adolescenti). Consiste nella battaglia tra 100 giocatori i quali si possono disporre in squadre da un massimo di quattro players. Tutti i giocatori dovranno cercare delle armi nelle varie città situate nella mappa, per poi provare ad uccidere gli avversari. Dopo aver letto questa spiegazione, sicuramente, starete pensando che Fortnite sia una semplice battaglia reale e la domanda sporge spontanea: cos’è che ha fatto innamorare i 40 milioni di player che giocano costantemente a questo titolo? Ci sono pericoli per i minori?

Guarda il video di Antonio Morra, Diretta Facebook 21 Maggio 2018:

Fortnite permette anche di parlare con gli altri membri del gioco. Consigliamo di disattivare questa funzione attraverso le impostazioni (settings) posizionando “Voice Chat” su “OFF”.

Riportiamo anche le parole della dott.ssa Maura Manca sul giornale L’Espresso:

TRA TRUFFE E ACQUISTI ONLINE, UN GIRO DI MILIONI DI EURO

Abilità e divertimento sono un mix letale per creare dipendenza e portare i ragazzi a spendere soldi. Ho conosciuto adolescenti che arrivano a spendere anche 50-100 euro a settimana, mentre altri più bravi magari ne spendono 10, ma ci giocano dalle 6 alle 10 ore al giorno, perché i crediti li vincono grazie alle loro abilità.
La furbata sta nel fargli acquistare la moneta del gioco, i V-Buck, che permette ai ragazzi di “shoppare”, ossia di comprare oggetti e tutto ciò che serve per giocare all’interno del circuito del videogioco. Con i soldi reali, quindi, compri i V-Buck. E qui scatta il primo allarme.

Ho chiesto ai ragazzi perché spendono tutti quei soldi e mi hanno risposto: “Perché divento più forte, cambio il vestito, cambio le armi, salgo di livello con il potenziamento del personaggio e riesco ad essere pure più efficace. Le abilità c’entrano sempre, se poi hai pure i mezzi, capisci che il gioco sta lì. Però i mezzi se comprano”.

Nel gioco è possibile parlare, chattare e stare in diretto contatto con gli altri: insomma, l’ambientazione ideale per truffatori e adescatori. I ragazzi, assetati di V-Buck, perché più soldi hanno, più hanno la possibilità di evolvere nel gioco, cascano nella rete delle truffe. Gli vengono inviati dei link, con nomi simili al gioco, con una grafica che richiama Fortnite, che promettono V-Buck gratuiti. Rimandano ad altre pagine, chiedono il numero di telefono o la carta di credito e man mano prelevano i soldi. Alcuni chiedono il contatto Instagram per fare sharing e aumentare la portata: immaginate, quindi, che se un ragazzo vende il suo link di un social network, magari con 1000 o 2000 amici, il gioco è fatto e con un piccione hanno preso 1000 o 2000 fave. Un ragazzo mi ha detto di essersi accorto che gli avevano truffato pochi soldi e di non aver fatto niente perché “tanto erano pochi”. Il problema è che pochi soldi moltiplicati per i milioni di utenti nel gioco fanno assai.
Per non farsi truffare, dunque, non si deve usare un circuito di pagamento al di fuori del gioco, non si deve credere a chi regala V-Buck e si deve controllare che l’url abbia sempre il protocollo https perché altrimenti si rischia di navigare su un circuito non sicuro.

TROLLING E CYBERBULLISMO: UN COVO DI AGGRESSIVITÀ E VIOLENZA

Si tratta di una piattaforma dove è possibile giocare in gruppo, fare squadra, allearsi, collaborare, fare muro a qualcuno, unirsi agli altri per distruggere i più bravi e anche “trollare”, ossia creare intenzionalmente litigi, un comportamento molto frequente in rete anche in tantissimi altri giochi, e bullizzare qualcuno.

I ragazzi mi dicono “Se c’è qualcuno che è uno stupido, lo vedi subito, lo prendi di petto, lo prendi in giro, fai in modo che sbagli. Tra il vivo e il virtuale non cambia niente, è questo che non capite. Si vede subito quando uno è più imbecille, lo attacchi anche se non lo conosci, è un soggetto”.

Non c’è una ricerca solo di chi si conosce nel reale e che si attacca anche nel virtuale, ma si ricercano le potenziali vittime anche tra chi non si conosce all’interno del gioco. Ci si allea contro quelle persone prese di mira e in rete si ricreano le stesse dinamiche che accadrebbero fuori dal gioco, all’insaputa di genitori e adulti che lo vedono solo come un gioco!
Il cyberbullismo all’interno dei giochi online, viste le proporzioni, è un fenomeno allarmante da non sottovalutare e da tenere veramente sotto controllo.

ADESCAMENTO ONLINE: MILIONI DI RAGAZZI A RISCHIO

Un altro aspetto che spesso si trascura è che in questi giochi è pieno di adescatori. Una ragazza mi racconta che è stata adescata ma che per fortuna era a conoscenza di quello che poteva accadere e ha segnalato. “Il problema è che anche se segnali queste persone, ritornano sotto altri nomi alla carica e poi vanno da un altro se vedono che con te non ci riescono. Ci sono talmente tanti pesci che quello che abbocca lo trovano di sicuro”.

Un altro ragazzo mi dice che hanno “una dinamica tutta precisa, c’è tutto un modo de fa. Sono incantatori di serpenti. Gli scrivono prima sul gioco e poi si fanno condividere qualche link, WhatsApp, qualche altra cosa dove magari hanno dei numeri falsi, dei profili finti. La storia poi la consoci, no? Il gioco è come una pesca gigante”, continua nella sua spiegazione. “In mezzo a tanti, peschi. Tanti li vedi proprio da come giochi, guardi come si muovono, li vedi dal comportamento quelli più soggetti, quelli più stupidi, infatti, fatalità pizzicano sempre quelli, com’è? Ve lo domandate?. Guarda che tanti di sti bastardi giocano apposta. So pure bravi. Perché lo sai che chi fa sta roba è pure intelligente, non è stupido”.

Considerando che ci sono questi adescatori, chiedo cosa fanno di solito per aiutarsi tra di loro e mi rispondono che “se è un amico gli si dice, tante volte si fa qualche segnalazione tipo, occhio a quello, occhio a quell’altro, ma poi alla fine ognuno fa come gli pare. Siamo troppi, alla fine è come se tiri un sasso dentro al mare, che gli fai?”