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Non influenzate i bambini con la P*rnografia

Finalmente trovo il tempo di esprimere la mia umile ma infastidente opinione sugli ultimi fatti di cronaca che hanno coinvolto i bambini e la pornografia.

Partiamo dalla mostra “porno per bambini” che non ho avuto di commentare tempestivamente e che nel frattempo è stata annullata dagli organizzatori.

Ho letto molti commenti indignati. Molti, basandosi solo sul titolo, hanno pensato che la mostra fosse per bambini. Altri hanno gridato al complotto nello sdoganare la pedofilia.

Grazie a Dio, non siamo ancora arrivati a tanto, ma c’è comunque qualcosa di inquietante nel promuovere a tutto spiano sui social (che vengono usati da tanti minorenni) mostre del genere.

Riflettendo bene sull’accaduto ho cominciato a pensare alle conseguenze indirette del caso. La pornografia è diventata così “mainstream” che è considerata normale e di uso comune.

La pornografia è così diffusa che Rocco Siffredi e Valentina Nappi saranno gli “special guest” del capodanno al Cinecittà World Roma… un grande parco divertimenti per bambini. Un parco che pubblicizza le sue attività usando foto di bambini di 10-11 anni. Che tristezza!

Tutto è marketing, il sesso vende è lo hanno capito ormai tutti. Il Siffredi ormai è un volto popolare anche su Netflix, Grande Fratello, Isola dei famosi, testimonial per varie aziende come Volare Gratis, Unieuro ecc.

L’industria pornografia è maestra nel ripulire la sua facciata in modo che giornali, media e programmi televisivi ne parlano come un qualcosa di indispensabile, gradevole e quasi necessario. Tutto lo fanno, quindi che male c’è? Abbiamo pensato alle conseguenze?

Permettetemi di riportare due righe del mio libro PORNOLESCENZA che parla dell’effetto della pornografia sui più piccoli. Invece di “proteggerli”, stiamo diventando i primi carnefici.

“Se gli adulti riscontrano seri problemi nell’affrontare la nuova fruibilità di massa di questo tipo di immagini, sarebbe altrettanto ragionevole dedurre che i bambini, sottoposti alla visione delle medesime immagini, e nelle medesime modalità, si imbattano in problemi maggiori” (John Carr, Children’s Charities’ Coalition on Internet Safety).

C’è da meravigliarsi se di un bambino o un adolescente, direttamente esposto alla pornografia, siano stati documentati i seguenti effetti?

  • Precoce attività sessuale;
  • Reazioni emotive negative e traumatiche alla vista del porno;
  • Convinzione che il migliore appagamento sessuale sia raggiungibile senza un legame affettivo verso il partner;
  • Convinzione che sposarsi o avere una famiglia offra delle prospettive poco allettanti;
  • Alto rischio di sviluppare compulsioni sessuali e comportamenti di dipendenza [1]

Se i bambini sono esposti ripetutamente a informazioni errate sulla sessualità, molto prima che sia in grado di comprenderle, il risultato potrebbe costargli una vita di dolore (sono stato pornodipendente per 10 anni, iniziando durante la pre-adolescenza, e posso dirvi che è devastante).

Le ragazze sono circondate da immagini spinte che raffigurano donne che plasmano le loro aspettative e i loro ideali – immagini che dicono loro che dovrebbero apparire sexy e sessualmente

disponibili. Le copertine, la pubblicità, i programmi televisivi, i video musicali, la moda, e persino giocattoli per bambini, comunicano tacitamente questo tipo di messaggi. Attraverso i mass media, le donne sono celebrate per il loro sex appeal ed è posta pochissima enfasi su doti di altro tipo. Da queste nocive influenze si innescano una serie di comportamenti anomali: disturbi alimentari, insoddisfazione del proprio corpo, depressione e condivisione di foto sessualmente esplicite di se stesse con i coetanei.

Dall’altra parte, anche i ragazzi sono soggetti agli stessi input che, senza mezzi termini, insegnano loro cosa un “vero uomo” dovrebbe cercare in una “vera donna”. Sono spinti a credere che gli uomini siano sessualmente dominanti e iper-virili e che il corpo femminile sia un oggetto. Come conseguenza, i ragazzi ricorrono alla pornografia per placare il desiderio di un modello sessuale creato dall’industria del porno, reputando normale l’aggressività sessuale.

I bambini stanno guardando e imitando noi adulti. I nostri comportamenti parlano molto più forte delle nostre parole “politically correct”.

Una società “pornificata” sta producendo bambini pornificati. Esempi che vengono dalla strada, dagli amici, dai genitori, dai media ecc.

Marco Scicchitano, del progetto pioneer, commentando dell’accaduto sul suo profilo Facebook, ha scritto:

Sono personalmente testimone dei racconti di genitori allibiti riguardo una situazione di una IV elementare dove le bambine pensavano che fare l’amore era prendere il pene dei maschi in bocca e dove si è simulato un gioco dove due ragazzi prendevano i soldi e un’altra bambina faceva la prostituta anche se non sapevano esattamente cosa voleva dire. Ma intanto, cominciamo da subito a mercificare il corpo della donna, poi se sarà per sesso o per affittare l’utero lo si spiegherà con calma più tardi.
No.
I bambini meritano che a parlargli della bellezza dell’incontro intimo tra i corpi siano persone che gli vogliono bene, che usano un linguaggio adatto a loro, possibilmente in una situazione affettiva calorosa e intima essa stessa. Che gli parlino della bellezza della sessualità e del rispetto reciproco, del godere felici nell’amore che ciascuno può dare e ricevere dall’altro. Insomma meritano altro, non questo.
Viene facile pensare come obbrobrioso il comportamento pedofilo che viola (fa violenza, violando e superando confini) il corpo dei bambini investendoli di atti e contenuti che non dovrebbero vivere in quel momento, a quell’età. Eppure penso che sia obbrobriosa anche la violenza (violando e superando i confini) che si fa ai bambini inondandoli di immagini e grezzezza propria del mondo degli adulti e che loro si trovano poi a dover gestire, perchè si fissa nella mente, eccita la curiosità e stimola la simulazione. Non meritano questo, hanno bisogno di altro.

A presto
Antonio Morra

Note:

[1]Jill Manning, Hearing on pornography’s impact on marriage & the family, U.S. Senate Hearing: Subcommittee on the Constitution, Civil Rights and Property Rights, Committee on Judiciary, 10 novembre 2005. https://www.judiciary.senate.gov/imo/media/doc/manning_testimony_11_10_05.pdf (accesso effettuato il 27 novembre 2017).